Sindrome metabolica: colesterolo alto, ma non solo
Tra i principali parametri di valutazione della salute cardiovascolare, i livelli plasmatici di colesterolo (LDL “cattivo” e LDL “buono”) sono importanti anche per la definizione del rischio di sviluppare la sindrome metabolica, una condizione più complessa, che interessa principalmente alcuni soggetti di età superiore ai 50 anni (e il rischio di svilupparla aumenta con l’età), anche se negli ultimi anni riguarda molti giovani adulti. In particolare, per le loro caratteristiche cliniche, genetiche, per lo stile di vita sedentario e l’alimentazione squilibrata, questi soggetti hanno una maggiore probabilità di sviluppare malattie cardiache (rischio 2 volte maggiore), diabete (5 volte maggiore) e malattie oncologiche rispetto ai soggetti sani.
Elevati valori di colesterolo LDL e trigliceridi (e bassi livelli di colesterolo HDL), con un caratteristico profilo di dislipidemia, rappresentano una delle cause predisponenti della sindrome metabolica.
Altri fattori che concorrono al suo sviluppo sono:
- concentrazione di grasso in eccesso nella regione addominale e valori elevati di circonferenza della vita, con conseguente sovrappeso e aumento del valore BMI (Body Mass Index), parametro che indica la proporzione tra peso e altezza;
- elevati valori di pressione arteriosa (massima > 130 mmHg, minima > 85 mmHg);
- iperglicemia o familiarità per il diabete, con un fenomeno di resistenza all’insulina, cioè una minore sensibilità delle cellule all’azione di questo ormone, che regola i livelli di zucchero disponibile nei tessuti periferici (muscoli, fegato e tessuto adiposo);
- elevati livelli di acido urico nel sangue.
Maggiore è il numero di tali condizioni combinate presenti nell’organismo, più alta è la probabilità di sviluppare la sindrome metabolica. Questi aspetti possono essere compresenti e sono tra loro correlati, pur rappresentando dei fattori di rischio senza una manifestazione di malattia. Per diminuire la probabilità di sviluppare la sindrome metabolica, è indicato, quindi, un approccio di trattamento su più fronti in modo da ridurre la presenza di questi fattori sia in numero che in gravità.
I punti principali di azione sono essenzialmente una variazione dello stile di vita, basato su una dieta sana e sull’aumento dell’attività fisica, per favorire il consumo dei grassi, l’utilizzo dello zucchero da parte dei muscoli, e conseguentemente la riduzione dei valori pressori, con l’obiettivo di ridurre il peso corporeo.
In quest’ambito, il nuovo integratore alimentare Lipidefence Plus può contribuire alla regolare funzionalità cardiovascolare e a riequilibrare i profili lipidico e glicemico alterati, grazie ad ingredienti specifici: riso rosso fermentato, fitosteroli, cromo picolinato, estratto secco di foglie di ulivo e di crisantello.
I fitosteroli e le monacoline presenti nel riso rosso fermentato hanno proprietà ipocolesterolemizzanti, e, in base alle ultime linee guida, il dosaggio di monacoline totali nel prodotto inferiore a 3 mg. per approfonidire leggi https://www.equiparafarmacie.it/i-nostri-consigli/colesterolo-e-monacolina-k-quali-sono-le-novita
Il cromo picolinato contribuisce a mantenere normali valori di glicemia ed il corretto metabolismo degli zuccheri. L'estratto secco dalle foglie di ulivo ha effetti positivi sul metabolismo dei carboidrati e dei lipidi, contribuisce alla fisiologica circolazione del sangue, alla regolare pressione arteriosa, è antiossidante. Infine, il crisantello, utile in caso di ipercolesterolemia da stasi o da stress, contribuisce alla normalizzazione dei valori del colesterolo, oltre che al miglioramento dello squilibrio lipidico globale.